Come la Costa concordia, arenata sugli scogli dell' Isola del Giglio, nello scorso fine settimana, una madonna si è incagliata, ossequiosa, davanti la casa di un boss mafioso, trattasi ovviamente, di semplice simulacro, arrestato in quel luogo, dagli uomini, ottimi cristiani, ma anche ottimi mafiosi, in un connubio di religiosità e malaffare, che stenta a cessare, in certe zone d'Italia.
Non vi parlerò di mafie, non ne ho l'esperienza diretta, e nemmeno la cultura necessaria, ma di uomini e potere.
Quegli stessi omuncoli, proni alla cultura criminale, sono i primi a prendere la comunione in chiesa la domenica, e a finanziare le attività delle varie parrocchie, non lo dico io, ma eminenti istituzioni che hanno rilevato il fenomeno, quindi sostegno dell'attività ecclesiastica, che consente loro di avere una maggiore presa sulla popolazone.
Come dicevo, chiesa e mafia, si sostengono a vicenda, sopratutto dal punto di vista finanziario, basti ricordare la poca trasparenza dello Ior, istituto bancario che Papa Francesco sta profondamente riformando.
Grande rilevanza è venuta ad assumere la scomunica ai mafiosi dell'attuale Pontefice, un gesto coraggioso, volto ad allontanare i buoni cristiani dalle mele marce, e a ridurre il potere di questi, nelle comunità di appartenenza, anche se mi chiedo quale valenza concreta verrà ad assumere.
Notizia del tg2 di ieri, molti mafiosi, nel carcere di Larino, si rifiutano di seguire le funzioni religiose, dopo la dichiarazione del Papa, offesi e decurtati di potere, questi "mammasantissima" stanno dimostrando paura, di perdere autorità sulla popolazione, o forse un grande risentimento, verso il tradimento di un'istituzione che, storicamente li ha sempre appoggiati.
